Racconti

Vicenza

Vicenza mi accoglie una domenica mattina, nella sua piazza più grande ed elegante, la Piazza dei Signori.

È un piazza silenziosa che pare appena svegliatasi. Qui i movimenti scorrono lenti, ma costanti.

La popolano tante persone, ma non una folla di persone.

Con passo leggero e qualche parola qua e là, le persone circondano le bancarelle: osservano, leggono, toccano, valutano, si fermano e poi continuano il loro passeggiare mattutino. Tutto rimane calmo, ma la piazza è più viva di quanto possa sembrare ad un primo sguardo.

Ho come l’impressione di trovarmi in un contesto d’altri tempi, in uno di quegli antichi mercati rinascimentali.

 

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Ripongo le belle stampe e le cartine geografiche sulle bancarelle, scatto qualche foto agli argenti e agli eleganti mobili in legno, posti dietro il grande cartello con scritto “roba vecchia per davvero” e continuo la mia passeggiata con il naso all’insù, seguendo il perimetro di tutte le meravigliose finestre dei palazzi di Vicenza.

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Una bici quasi mi investe, anzi più di una bici. Mi sposto velocemente verso il ciglio della strada e continuo a fotografare con la testa per aria.

Vicenza

Vicenza è la città del grande architetto Andrea Palladio, colui che diede un’esemplare dimostrazione di civiltà nella sua epoca (1508-1580) e colui che è ancora oggi un esempio per gli studi moderni di architettura. Il Palladianesimo è uno stile che si è diffuso in tutto il mondo: dalla Casa Bianca alla Queen’s House, da San  Pietroburgo alla Virginia. L’Unesco ha riconosciuto Vicenza come la città del Palladio inserendo ben 23 monumenti del centro storico e 16 ville dislocate nella provincia vicentina, tutti attribuiti ad Andrea Palladio, nella lista dei beni patrimonio dell’umanità.

Padovano di nascita e vicentino d’adozione, Palladio poté esprimere al meglio il suo genio nella città di Vicenza.

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Appena si arriva a ridosso di Corso Palladio o del centro storico, non si può fare a meno di fermarsi davanti ai cartelli indicanti l’itinerario palladiano e decidere quale rotta seguire, quale monumento visitare prima e dopo, come organizzarsi in lungo e in largo per la città di Vicenza, ma sempre seguendo un unico filo conduttore: Palladio.

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Elegante e raffinata città della regione Veneto, Vicenza si trova alle pendici dei Monti Berici ed è la terza città d’Italia, dopo Milano e Torino, per volumi d’esportazioni.

Fu avamposto romano nel I sec. a.C.; dopo le razzie dei barbari fu occupata dai Longobardi e dai Carolingi; nel 1.110 venne eletta libero comune; nel 1400 passò sotto la Serenissima di Venezia, epoca in cui cominciò un lungo periodo di benessere per tutta la città.

Uno dei monumenti più imponenti e belli del centro storico è senza dubbio la Basilica Palladiana (1546-1549) progettata da Palladio, una vera e propria struttura imponente costituita da un duplice ordine di logge su un palazzo preesistente.

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Goethe scrisse: “Non è possibile descrivere l’impressione che fa la Basilica di Palladio…”

Nel complesso della Basilica c’è il Museo del Gioiello, uno dei rari musei dedicati ai gioielli nel mondo e il primo in Italia, che offre un’esperienza conoscitiva su uno degli oggetti più antichi, legati alla cultura umana.

La Torre Bissara (chiamata anche Torre di Piazza) è la torre civica di Piazza dei Signori, è alta 82 metri e si affaccia sulla Basilica Palladiana.

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Una timida luce mattutina, in una quasi primavera, illumina lentamente i palazzi del centro storico.

La città si risveglia e le vie si ripopolano.

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Mi fermo davanti alle botteghe storiche cercando tracce d’altri tempi.

 

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La mia visita prosegue in piazza del Duomo, alla Basilica di Santa Maria Annunciata, l’imponente edificio gotico di origine paleocristiana; al Tempio di San Lorenzo; al bellissimo Palazzo Chiericati, uno dei massimi capolavori del Palladio e un museo in cui è possibile visitare una prestigiosa pinacoteca e raccolta di sculture e arti. Attualmente e fino al 5 maggio sarà anche possibile visitare la bellissima mostra temporanea “Il Trionfo del Coloe: da Canaletto e Tiepolo”.

Mi perdo a lungo nella Chiesa di Santa Corona, eretta nel 261 per ospitare una delle spine della corona di Cristo e nella quale riposano le spoglie di Luigi da Porto, l’autore della novella da cui Sheakespere trovò ispirazione per scrivere Romeo e Giulietta.

Mi dirigo verso il Palladio Museum, al quale arrivo alle 10 in punto, orario d’apertura, e nel quale cerco di non perdermi nemmeno un dettaglio di tutta l’armonia che racchiude.vicenza

Il percorso è ancora lungo: l’itinerario palladiano mi porterà in provincia, nella campagna vicentina, per seguire il perimetro delle ville palladiane, ma prima di rimettermi in macchina devo entrare al Teatro Olimpico, il gioiello inestimabile di Vicenza.

Sullo sfondo della seguente foto si vede una porta del cortile, l’armamentario, che circonda il Teatro Olimpico. In quest’area delle ex prigioni, Palladio progettò il suo teatro e consegnò i disegni all’Accademia Olimpica di Vicenza, di cui faceva parte, nel 1580. Mi ha commosso questa data perché fu proprio poco tempo prima della morte di Palladio: il geniale architetto del Rinascimento non poté mai infatti vedere la sua opera finita.

 

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Fino al 3 marzo del 1585, l’Accademia Olimpica allestiva manifestazioni culturali e teatrali in spazi all’aperto, com’era normale per l’epoca, ma da quel giorno in poi, dopo l’inaugurazione del Teatro Olimpico, Vicenza vantò il primo teatro europeo stabile e al coperto.

Nel varcare la porta del teatro, mi accoglie uno schermo gigante con un breve video dello scrittore Alessandro Baricco, che introduce la visita al teatro stesso. Si potrebbe fermarsi ad ascoltarlo per ore: le luci si abbassano, si crea la giusta atmosfera e lo scrittore ci riporta indietro nel tempo di molti secoli, per meglio comprendere la straordinarietà di questo luogo.

Si tratta di un teatro in legno e stucchi che dà l’impressione di essere completamente in muratura. Un proscenio a scena fissa si trova dinnanzi alla grande scalinata a gradoni, mentre la copertura, fino a quel momento cosa inusuale per un teatro, rappresenta il cielo.

Il teatro fu completato da un allievo di Palladio, Vincenzo Scamozzi, il quale realizzò una scena lignea con l’illusione prospettica della profondità, raffigurante le sette vie di Tebe.

Un emozionante spettacolo di luci e suoni, accompagna i visitatori e permette loro di apprezzare maggiormente la maestosità del teatro e i giochi di prospettiva.

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Saluto Vicenza ai piedi delle colonne di Piazza dei Signori,

raffiguranti il Redentore e il leone di San Marco e mi avvio verso la bella campagna e le ville del Palladio.

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Commenti (7)

  1. edvige 14 marzo 2019 at 17:22 Reply

    Ogni città è bella a se ed ha quel certo non so che… La conosco ma sinceramente forse ora è un pò cambiata ma quella volta non mi ero trovata bene.Splendide foto grazie. Buona fine settimana.

    1. tiziana 15 marzo 2019 at 14:55 Reply

      Grazie Edvige 🙂
      Sereno fine settimana anche a te.

  2. […] la piacevole sosta a Vicenza mi dirigo verso la campagna circostante, alla scoperta di alcune delle ville del […]

  3. Maria Teresa 17 marzo 2019 at 10:47 Reply

    Meravigliose foto per una meravigliosa città. Anch’io sono rimasta impressionata dalla sua bellezza!

    1. tiziana 17 marzo 2019 at 10:50 Reply

      Tu saresti una perfetta compagna di gite culturali, Maria Teresa!
      I tuoi occhi possono vedere anche le piccole sfumature di bellezza 🙂

  4. […] poca distanza dalla Villa La Rotonda, nel comune di Montecchio Maggiore (Vicenza) troviamo invece Villa Cordellina […]

  5. […] mio fine settimana vicentino termina al Ristorante Al Pestello a degustare il meraviglioso baccalà alla vicentina e i bigoli […]

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