La Reggia di Venaria Reale in Piemonte
La villa delle delizie e della caccia
Un concentrato di storia
Come definire questo luogo meraviglioso, situato a dieci chilometri da Torino, visitato quotidianamente da migliaia di persone? Un concentrato di storia direi, perché sebbene alla Reggia di Venaria Reale non sia successo nulla di particolarmente rilevante per le sorti dell’umanità, come abbiamo visto al Castello di Vizille e in altri luoghi, il sito incarna pienamente il concetto di monarchia e abbraccia un periodo di tempo molto lungo.
Guardando la reggia sembra che il tempo non abbia impresso le sue rughe, ma l’aspetto attuale è dovuto alla ristrutturazione imponente iniziata negli anni ’90 del secolo scorso – ancora in corso per altre zone del giardino e degli interni – resasi necessaria dal profondo stato di decadimento in cui la reggia versava, alla fine della Seconda Guerra Mondiale.
Un po’ di storia
Dal 1500 ad oggi: una corona di delizie
Sul finire del ‘500 i Savoia decisero di far costruire una reggia circondata dai campi e dai corsi d’acqua, da adibire al proprio svago, ma che testimoniasse altresì tutta la loro ricchezza e il loro potere.
Come succede sempre in questi casi, vennero chiamati i principali architetti dell’epoca per progettare una corona di delizie, ovvero un complesso di edifici intorno a Torino (vero e proprio disegno politico) di cui la Venaria faceva parte insieme al Parco del Valentino, al Castello di Rivoli, al Regio Parco, alla Basilica di Superga, alla Vigna del Cardinal Maurizio, alla Vigna di Madama Reale, al Castello di Moncalieri, Stupinigi e al Castello di Mirafiori.
La riserva di caccia
Venaria deriva dal latino e significa cacciare: ecco dunque la riserva di caccia più grande dei Savoia, testimoniata anche dal nome originario dell’edificio principale, Reggia di Diana, la dea della caccia.
La sala di Diana è la stanza più rappresentativa di tutto il palazzo; è ricca di affreschi e decori, con una volta raffigurante Giove che dona a Diana l’impero di tutte le cacce: un chiaro riferimento alla natura del luogo, ma anche al potere del Duca di Savoia.
Una linea prospettica taglia il borgo dalla reggia al tempio di Diana: è un disegno architettonico meraviglioso e d’effetto, creato per stupire i visitatori.
Ispirando il Re Sole
La reggia era talmente bella ed imponente che la sua fama si diffuse subito e il Re Sole, prendendo ad esempio i Savoia, ordinò di fare ingrandire Versailles fino a portarla al suo noto splendore, che tutti noi possiamo ancora oggi ammirare.
Capolavoro del barocco
Nel 1716, il nuovo architetto di corte F. Juvarra realizzò la Galleria Grande, la Cappella di Sant’Uberto, la Citroniera e la Scuderia, trasformando la Reggia di Venaria in uno dei capolavori del barocco.
Nelle due foto che seguono si vede la Galleria Grande, lunga ottanta metri, che collegava l’appartamento del re a quello dell’erede al trono. Un ambiente sorprendente, illuminato da 44 finestre e 22 “occhi” (finestre ovali sotto la volta).
Nel 1773 morì Carlo Emanuele III, ma anche la monarchia assoluta del resto d’Europa incominciò il suo inesorabile declino. Il mondo stava cambiando e si stava preparando anche la Rivoluzione Francese.
Da dimora estiva a caserma
Con la fine dell’Ancien Régime calò anche il tramonto sulla Reggia di Venaria. Gli anni successivi furono caratterizzati dalla campagna napoleonica, periodo durante il quale la reggia venne trasformata in caserma militare e depredata di tutti i suoi mobili. Da quel momento lo sfarzo di casa Savoia, la riserva di caccia e i giardini monumentali lasciarono lo spazio ai cannoni e alla cavalleria.
Per un secolo e mezzo la reggia fu adibita soltanto all’uso di caserma, un destino toccato a molti bellissimi edifici storici, ai tempi delle guerre e in povertà. Bisogna però notare che, grazie all’uso improprio della reggia, non si è rischiato di perdere inesorabilmente tale patrimonio, come invece è successo alla reggia di Mirafiori (rasa al suolo per l’impossibilità di mantenerla).
Nel secondo dopoguerra l’esercito dismise finalmente la Reggia di Venaria, che ormai versava in condizioni estremamente critiche. Bisognava riqualificare tutti i suoi spazi, rendendoli prima di tutto agibili ed evitando il crollo strutturale, ma la mancanza dei fondi necessari per un simile lavoro, diede inizio ad un lungo periodi di oblio.
La rinascita
Nel 1990 il governo italiano, la regione Piemonte e l’Unione Europea diedero inizio ad un decennio di restauri alla Reggia di Venaria: fu il cantiere di restauro più grande d’Europa.
Nell’ottobre del 2007 la reggia riaprì le sue porte, diventando in pochi anni uno dei principali poli d’attrazione del turismo culturale italiano.
Oggi La Venaria Reale rappresenta, insieme alla sua grande bellezza, il rispetto per il lascito del passato.
Questa visita meravigliosa in Piemonte
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un ingrediente principe di questa regione: il cioccolato.
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