Pasta Fresca

La pasta: regina indiscussa della tavola italiana

La pasta: regina indiscussa della tavola italiana

Tutto iniziò quel momento in cui le civiltà passarono dalla vita nomade a quella stabile e cominciarono a coltivare i campi: a seminare i cereali, a raccogliere il grano trasformandolo in farina e a produrre la pasta.

pasta fresca e grano

Sembra semplice, ma fu un processo lungo: l’uomo imparò a macinare il frumento e ad impastarlo con l’acqua, quindi a cuocere la pasta ottenuta su pietra rovente e, in seguito, nell’acqua bollente.

Le prime tracce nella storia sono riconducibili ad alcune tombe etrusche di Cerveteri, nelle quali sono stati rinvenuti degli utensili simili a quelli che usiamo ancora oggi per fare la pasta fresca in casa ovvero rotelle e mattarelli. Anche nell’Antica Roma si parla di pasta nel “De Re Coquinaria” di Apicio, ma è nel Medioevo che si parla di bollitura come metodo di cottura.

Il famoso Maestro Martino, nato nel 1430 nell’allora Ducato di Milano, fu il più importante cuoco europeo della sua epoca e scrisse il libro De Arte Coquinaria, un caposaldo della letteratura gastronomica italiana tra Medioevo e Rinascimento, nel quale è possibile leggere il primo approfondimento sulla pasta.

Fu soltanto a seguito della Rivoluzione Industriale (1800) e alla progressiva nascita delle macchine automatizzate che si assistette all’inizio della moderna produzione di pasta negli stabilimenti alimentari e in grandi quantità.

Io consumo grandi quantità di pasta, assieme alla mia famiglia, ma non mi limito a degustarla: il sangue emiliano che mi scorre per metà nelle vene mi impone di usare mattarello e olio di gomito per preparare la pasta fresca in casa! Nella mia cucina, per intenderci, c’è una dispensa colma di sacchetti di pasta posizionata sopra ad un grande cassetto, nel quale sono ben disposti i mattarelli di legno e i tagliapasta, sempre pronti all’uso!

Perché vi riporto nel meraviglioso mondo della pasta assieme a me? Perché mai come in questo momento, forse, possiamo riscoprire l’essenziale. La pasta all’epoca del Corona Virus, oserei chiamarla, è un’altra occasione per passare del tempo di qualità in famiglia e in casa, in questo lungo periodo di permanenza nelle nostre abitazioni.

Non una pasta per grandi chef, ma una pasta creata intorno al tavolo della cucina, da mani di bambini e da mani consumate o con qualche ruga.

La foto d’apertura di questo articolo è stata scattata qualche anno fa, durante un evento culinario nel piacentino. La pasta che le nonne stavano preparando è infatti quella dei tradizionali pisarei.

Che emozione nel guardarla! Penso alla normalità con la quale mi aggiravo tra gli stand, parlavo con le persone accorse per imparare a fare il lievito madre e guardavo mia figlia scorrazzare liberamente nell’antica corte contadina, tra gli antichi aratri e gli utensili di lavoro. Oggi sembra un pensiero così lontano, ma sono sicura che torneremo a vivere come allora, anzi meglio: apprezzando maggiormente ciò che adesso non possiamo avere.

Siete pronti per mettere la farina a “fontana” e a rompere le uova al centro?

Ricordate la regola? Un uovo per ogni etto di farina.

pasta fatta in casa

Spulciate nell’archivio del blog sotto il tag “pasta fresca” e divertitevi: sarà subito amore.

pasta fresca

pasta fatta incaca

 

 

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Commento

  1. […] Ripiegare in due il rettangolo di sfoglia e tagliare con l’aiuto degli stampini ogni singolo raviolo. I piccoli pezzi di pasta che avanzano possono essere cotti a parte come i Maltagliati della nostra tradizione italiana. […]

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