Lettere dalla luce
L’incanto della luce
Sulla prima pagina del libro, a matita, c’è scritto “Museo di Santa Giulia, Brescia, 30/12/2008”.
Quand’ero più giovane amavo legare i libri al momento della vita in cui li avevo letti. Con il tempo ho perso quest’abitudine perché ho cominciato a chiederli in prestito dalle biblioteche, acquistandone di meno, ma ogni volta che prendo in mano un libro dagli scaffali di casa mia e vedo queste brevi note, scritte con tanta devozione, mi ricordo delle emozioni che mi hanno regalato e del desiderio che avevo, di fondere indissolubilmente questi libri con la mia vita.
Lettere dalla luce, acquistato proprio quel giorno di fine dicembre 2008 al termine della mostra sugli Impressionisti, presso il bellissimo museo bresciano, è una raccolta di lettere scritte dai maggiori protagonisti della pittura francese moderna.
Coprendo un arco di poco più di trent’anni, tra il XIX e il XX secolo, scritte tra il Midi francese e l’Italia da quei giganti che portano il nome di Monet, Renoir, Cézanne e Van Gogh, le lettere rappresentano uno specchio fedele dell’animo degli artisti, del loro rapporto con la natura e del loro lavoro.
La lettura di questo libro rappresenta un bellissimo viaggio che consiglio sempre di fare. Ci si perde piacevolmente tra le parole e i racconti di questi celebri pittori, riuscendo ad immaginare nitidamente i luoghi dai quali scrivono, le loro angosce o ambizioni, fino ai colori e alla luce che possiamo ancora oggi ammirare sulle loro tele.
Lettera di Vincent Van Gogh al fratello Theo del 16/06/1888
Caro Theo,
Ti scrivo da Saintes-Maries in riva al Mediterraneo. Il Mediterraneo ha il colore degli sgombri, cioè cangiante, non si è sempre sicuri che sia verde oppure viola, non si è sempre sicuri che sia azzurro, perché, un attimo dopo , il riflesso cangiante assume una tinta rosa o grigia.
Ha una strana aria di famiglia – senza volerlo e mio malgrado ho spesso pensato di tanto in tanto a nostro zio marinaio, che certamente ha visto diverse volte i paraggi di questo mare.
Ho portato con me tele e le ho riempite – due marinai, una veduta del villaggio, poi disegni che ti manderò per posta, quando domani tornerò ad Arles.
…
Ho passeggiato una notte intera in riva al mare sulla spiaggia deserta. Non era allegro, ma neppure triste, era bello.
Il cielo di un azzurro profondo chiazzato di nubi di un azzurro più profondo dell’azzurro fondamentale di un cobalto intenso, e altre di un azzurro più chiaro, come il biancore azzurro di vie lattee. Sullo sfondo azzurro, le stelle scintillavano chiare, verdi, gialle, bianche, rosa più chiare, come una tempesta di diamanti e pietre preziose in misura maggiore che da noi – anche a Parigi – diciamo meglio: opali, smeraldi, lapislazzuli, rubini, zaffiri.
Il mare di un oltremare profondo – la spiaggia mi pare di un tono violaceo e rosso pallido, con cespugli sulla duna (alta cinque metri, la duna), cespugli blu di Prussia. Ne ho tratto disegni da mezzo foglio, un disegno grande, che fa da pendant all’ultimo.
A presto, spero. Una stretta di mano, tuo Vincent.
(1)
Prendendo spunto da questo libro illuminato, domani vi porterò nella bella città di Arles, nel sud della Francia. Faremo due passi tra le sue bellezze con questo libro in mano, ma non mancheremo di sederci a tavola ad assaggiare qualche ricetta tradizionale.
Buona lettura e buon viaggio virtuale.
Una mattina, uno di noi aveva finito il nero,
e fu così che nacque l’impressionismo.
Pierre-Auguste Renoir
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(1) Libro “Lettere dalla luce” a cura di Fabrizio D’Amico, traduzione di Alberto Folin, Edizione Linea d’ombra Libri. Lettera di Vincent Van Gogh al fratello Theo datata 16/06/1888