Le otto montagne
La via dei libri
Come molto più spesso di quanto pensiamo accade, ci ritroviamo un libro tra le mani. Non è un caso. Sono sempre i libri a cercarci.
Giro e rigiro gli angoli opposti pensando di sapere bene quel che sto cercando; navigo su internet credendo di organizzare al meglio i miei interessi; seleziono meticolosamente attingendo dalle fonti che ritengo più affidabili e poi, quando continuo inconsapevolmente ad ostinarmi in questa direzione, in un modo o nell’altro un libro mi strizza l’occhio. Dopotutto è sempre stato così.
Le otto montagne
Ho ceduto, l’ho sfogliato, ho deciso di comprarlo, ma promettendomi di leggerlo solo dopo altri due libri, L’isola dei battiti del cuore di Laura Imai Messina e Fame d’aria di Daniele Mencarelli. Alla fine l’ho guardato con quello sguardo che dice “eccoci a noi, vediamo un po’ cos’hai da raccontarmi”, con una bonaria e materna ironia: è stata subito una carezza all’anima.
Se a Pasqua sono rimasta lontana dalle mie amate montagne e dalla Valle d’Aosta a causa dell’influenza, questo libro mi ha portato comunque sul Monte Rosa più di quanto potessi fare con le mie gambe.
Eccola lí, la mia eredità: una parete di roccia, neve, un mucchio di sassi squadrati, un pino.
Le otto montagne è una grande storia di amicizia tra due bambini che poi diventano uomini, tra fughe e ritorni a Grana, sul Monte Rosa.
Si può dire che abbia cominciato a scrivere questa storia quand’ero bambino, perché è una storia che mi appartiene quanto mi appartengono i miei stessi ricordi. In questi anni, quando mi chiedevano di cosa parla, rispondevo sempre: di due amici e una montagna. Sí, parla proprio di questo.
Paolo Cognetti
Milanese, classe 1978, un quasi coetaneo che ammiro molto. Laureato in matematica, scrittore di molti altri libri, autore di documentari sociopolitici e vincitore, tra i vari premi, anche dello Strega 2017. Nel mio andirivieni in cerca di bellezza, so che andrò a scovare gli altri lavori dello stesso autore e chissà se, con questa nuova ricerca, un altro libro mi farà l’occhiolino saltandomi tra le mani in cerca di attenzioni.