Giornata Nazionale della Piadina Romagnola nel Calendario del Cibo Italiano
La Piadina Romagnola è per me sinonimo di vacanze lontane e ormai passate, vacanze al mare in riviera, vacanze che hanno il profumo sia dell’infanzia che della gioventù, dei ricordi di muscoli distrutti da serate passate a ballare e animi rifocillati dalla piadina, mangiata subito dopo la discoteca, acquistata presso il camioncino delle prelibatezze lungo la strada adiacente il lungomare e prima di iniziare la giornata successiva a suon di bomboloni…
Oggi la piadina viene festeggiata sul Calendario del Cibo Italiano e apre la magnifica Settimana del Cibo di Strada. Come si fa a non partecipare a questa bellissima giornata?
Sia che anche voi abbiate passato come me la vostra gioventù in riviera o che siate solo amanti del cibo di strada, aggiungetevi alla nostra festa e puntiamo i riflettori su questa versatile e buonissima preparazione!
AIFB vi aspetta con il suo articolo completo a cura di Silvia Lanconelli, mentre io vi preparo la mia piadina romagnola facendo riferimento alla ricetta di una maestra romagnola d’eccezione: Cristina Lunardini.
AIFB vi aspetta con il suo articolo completo a cura di Silvia Lanconelli, mentre io vi preparo la mia piadina romagnola facendo riferimento alla ricetta di una maestra romagnola d’eccezione: Cristina Lunardini.
Ingredienti:
- 1 kg di farina debole (tipo 00)
- 1 uovo (l’uovo dona all’impasto più sapore, un colore più scuro e una consistenza più compatta). Alcune persone aggiungono 2 o tre uova
- 100 g di strutto
- 200 g di latte
- 220 g di acqua
- 20 g di sale, pepe
- 200 g di strutto per sfogliare
- farcitura a piacere in base al gusto personale
Preparazione
(tempo 2 ore circa,
comprensive di riposo dell’impasto):
Mettiamo la farina nel classico modo “a fontana”, come si fa per preparare l’impasto della pasta fresca fatta in casa, quindi rompiamo all’interno l’uovo, aggiungiamo lo strutto, l’acqua, il latte, il sale e il pepe e lavoriamo il tutto fino ad ottenere un impasto omogeneo. Lasciamo riposare il panetto coperto per circa 2 ore nel frigorifero. Facciamo dei panetti piccoli in modo da ottenere, una volta che andremo a stendere l’impasto con il mattarello, delle piadine della classica dimensione rotonda.
Terminato il tempo di riposo, stendiamo i panetti con il mattarello, aggiungiamo con una spatola un leggero strato di strutto sulla superficie dei cerchi di pasta (per sfogliare), quindi arrotoliamo la piadina e la “chiudiamo” a forma di chiocciola, prima di lasciarla riposare ancora.
Stendiamo ancora con il mattarello l’impasto sfogliato mentre accendiamo i fornelli per scaldare il testo. Cuociamo velocemente fino a doratura e infine farciamo a piacimento.
http://www.aifb.it/calendario-del-cibo/giornata-nazionale-della-piadina-romagnola/http://www.aifb.it/calendario-del-cibo/giornata-nazionale-della-piadina-romagnola/
Ma che goduria questa piadina sfogliata! Anche io ho ricordi speciali, da piccola trascorrevo le mie vacanze a Cervia, e la piadina era un rito quotidiano.
La proverò sicuramente, ricetta romagnola doc 😉
baci
Me la ricordo Cervia! Anche tu sulla mitica Riviera Maria Teresa?
Grazie e buona serata 🙂
Per quanto mi sembri un'eresia la piada con l'uovo, ecco che la tua ricetta e quella della crescia di Urbino mi incuriosiscono un bel po'! Grazie per il contributo Tiziana!
E' una ricetta della grandissima Cristina Lunardini.
Grazie a te!
Non conoscevo la ricchezza di questo impasto che esprime croccantezza e leggerezza al primo sguardo. Direi che è giunto il momento di imparare a farlo. Grazie davvero per il tuo post e per aver partecipato alla settimana del cibo di strada.
Grazie milla Anna Maria!
Effettivamente è un impasto un pò diverso, ma mi sono voluta abbandonare agli insegnamenti di una bravissima maestra, Cristina Lunardini, verificando che è proprio un ottimo impasto sfogliato.
Bellissima la Settimana del Cibo di Strada sul Calendario. Complimenti ancora per l'articolo d'apertura. Letto e riletto con grande interesse e trasporto.