Ciambella a lievitazione naturale con uvetta e mandorle
La Ciambella a lievitazione naturale con uvetta e mandorle è un dolce perfetto per tutte le occasioni.
Si tratta di un lievitato con pasta madre, morbido e profumato, a base di farina, burro, zucchero e uova e arricchito con uvetta e mandorle. L’impasto si presta per essere aromatizzato o farcito con altri frutti secchi o canditi, quindi spazio alla fantasia e ad ognuno la propria ciambella.
Se amate le ciambelle e non siete pratici con il lievito madre o il lievito compresso e preferite fare un dolce più semplice, nell’archivio del blog trovate altre ricette eseguite con il baking (il classico lievito in polvere per dolci). Alcuni esempi (cliccando sul titolo si apre direttamente la ricetta):
Ciambella limone, pere e semi di papavero
Ciambella alle mele con farina integrale e olio extravergine d’oliva
Ciambellone del maestro Santin
Ciambella classica al profumo di limone
Vediamo adesso la ricetta di questa ciambella con il lievito madre.
225 g di farina di grano tenero tipo 0, W260/300
1 uovo intero
125 g di latte intero a 25°C
40 g di zucchero semolato
3 g di sale fino
60 g di burro morbido a temperatura ambiente, ma non in pomata
50 g di uvetta reidratata nel rum (opzionale) o nell’acqua
scorza grattugiata di 2 limoni
30 g di lievito madre (se si usa il lievito liquidi, diminuire la quantità di latte a circa 100 g)
50 g di mandorle per l’impasto
qualche mandorla per decorare
una noce di burro e un po’ di zucchero di canna o semolato per imburrare la tortiera
Cominciare l’impasto lavorando la farina, il lievito e il latte, impastando a mano o con la planetaria (usando il gancio).
Aggiungere gradualmente lo zucchero e l’uovo, lavorando a bassa velocità. Quando si sarà formato un panetto, versare il sale e aumentare gradualmente la velocità fino al livello 2.
Impastare per almeno 5 minuti e, solo dopo che si sarà formata una bella maglia glutinica e un panetto “nervoso”, aggiungere il burro a pezzetti con gli aromi. Fare sempre attenzione ad aggiungere un pezzetto alla volta e ad attendere che il burro venga ben assorbito prima di aggiungerne ancora.
Durante l’ultimo minuto di lavoro, a bassa velocità oppure a velocità n. 1, si aggiungo l’uvetta reidratata e ben scolata e le mandorle.
A fine impasto si avrà un bel panetto omogeneo e nervoso, che dovrà riposare un’oretta sul piano di lavoro leggermente infarinato e a temperatura ambiente.
Per temperatura ambiente si intende sempre una temperatura compresa tra 18/22°C.
Durante il riposo a temperatura ambiente, fare un paio di pieghe all’impasto, a distanza di mezz’ora l’una dall’altra, riformando sempre la pagnotta con le mani e avendo cura di ottenere un panetto liscio.
Inserire il panetto in uno stampo precedentemente imburrato, cosparso di zucchero di canna e con qualche mandorla sul fondo. Coprire con pellicola per alimenti o con un canovaccio e lasciare lievitare alla temperatura ottimale di 28°C. L’impasto raddoppierà di volume e sarà quindi pronto per la cottura. Per poter riprodurre a casa la temperatura ottimale di una cella di lievitazione, accendere per qualche secondo il forno e poi spegnerlo; inserire lo stampo nel forno unitamente ad un bicchiere d’acqua calda; lasciare la luce interna del forno accesa e avere cura di inserire anche un termometro con igrometro (ce ne sono tanti per uso casalingo). Grazie al termometro sarà possibile controllare che la temperatura non salga (in quel caso aprire per qualche minuto il forno e fare abbassare la temperatura).
Cottura: nel forno preriscaldato a circa 200°C, modalità statica o ventilata (io mi trovo meglio con la ventilata) e per circa 35 minuti. La cottura sarà terminata quando la temperatura al cuore del dolce sarà tra i 92 e i 94°C. Per verificarla correttamente, inserire una sonda adatta al forno fino al cuore del dolce e terminare la cottura al raggiungimento di questi gradi.
Lasciare raffreddare per almeno un paio d’ore, prima di capovolgere la ciambella e decorarla con altre mandorle e zucchero a velo.
“Il dolce delle folle”, così era chiamata la ciambella nella società contadina.
Queste preparazioni rotonde col buco al centro, dalla piccola ciambella al gran ciambellone, sono sempre state una presenza costante sulle tavole imbandite delle grandi feste, dai battesimi ai matrimoni. Erano anche i dolci delle sagre contadine, come ad esempio quelle legate alla trebbiatura del grano: La ciambella concludeva infatti le sette portate delle libagioni del gran giorno della trebbiatura.
Come per tutte le ricette antiche, lungo il nostro stivale se ne trovano tante varianti: una delle più famose è la ciambella marchigiana, che rientra tra i dolci tradizionali della regione Marche e che, all’interno della stessa regione, ha una sua variante chiamata Biscott, preparata con acqua al posto dell’olio o del burro.
[…] vi siete innamorati dell’abbinamento farina di marroni–uvetta-mele-Stravecchio, questa torta fa al caso […]