Pane

Carta musica! Pane Carasau

Carta musica

È uno dei suoi nomi ed è anche quello che usavamo io e mia mamma quando lo compravamo, lo intingevamo in un goccio d’olio d’oliva e lo sgranocchiavamo rumorosamente. Come canta questa carta musica!

carta musica pane carasau

Il pane carasau

E’ il suo nome sardo, perché sarda è l’origine di questo pane sottilissimo che si presenta in forma di dischi molto grandi (circa 40 cm di diametro) da rompere con le mani e da mangiare. Si trovano anche forme più piccole (diametro 15, 20 cm) ma io trovo che quella più grande sia decisamente la più bella.

Il significato di carasau (dal sardo tostare) ci dice subito che si tratta di un prodotto a doppia cottura: dopo la normale cottura, si ripassa in forno a tostare.

carta musica pane carasau

Dalle origini al pane di oggi

Come tutti i pani molto antichi di questo tipo, la doppia cottura c e ne racconta anche le origini e gli usi. Eliminando tutta l’acqua in eccesso, con la doppia cottura si otteneva infatti un prodotto adatto alla lunga conservazione. Come per le tigelle pugliesi o il pane cretese che abbiamo fatto insieme qui sul blog, anche il carasao doveva conservarsi a lungo nell’unico modo possibile (senza i mezzi di cui disponiamo oggi) permettendo ai pastori, ai pescatori e alle persone che vivevano di sussistenza e restavano per lunghi periodi lontani da casa, di avere di che cibarsi per il tempo necessario.

Ricetta

  • 250 g di farina di semola di grano duro
  • 250 g di farina di grano tenero di media forza
  • 240 g d’acqua
  • 8 g di sale fino
  • 10 g di lievito di birra

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Preparazione a mano

  1. Impastare farine, acqua e lievito e aggiungere il sale per ultimo. Formare un panetto elastico, omogeneo e ben compatto (poco idratato quindi molto asciutto).
  2. Lasciare lievitare mezz’ora, quindi spezzare in porzioni da 50 g l’una formando tante piccole pagnotte. Coprirle e lasciarle lievitare.
  3. Stenderle con il mattarello formando dei cerchi di circa 40 cm di diametro.
  4. Scaldare la pietra refrattaria nel forno alla massima temperatura.
  5. Infornare un disco alla volta adagiandolo sulla pietra calda. In meno di un minuto si gonfierà molto. A quel punto bisogna schiacciarlo leggermente con un mestolo e cuocerlo per pochi secondi.
  6. Sfornare, tagliare a metà i dischi infilando un coltello nel bordo. Il rigonfiamento avvenuto nel forno permette di separare il prodotto in due dischi uguali.
  7. Procedere così per tutti i dischi e, infine, ripassarli per meno di un minuto ancora in forno a circa 250°C al fine di concludere la seconda cottura.

Suggerimenti

Da lasciare sempre su una madia o sul tavolo, pronto per essere sgranocchiato ad ogni ora della giornata.

 

 

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