Pane coppia ferrarese
La coppia ferrarese
La mia coppia ferrarese
Per quel che mi riguarda, qui c’è da lasciare un pezzo di cuore.
Mia mamma era originaria del ferrarese e io ricordo ancora molto bene tutte le volte in cui partivamo da Milano per andare a trovare gli zii, percorrevamo un tratto della Transpolesana fino ai lidi ferraresi e ci fermavamo a fare colazione nei pressi dell’Abbazia di Pomposa, degustando un tortiglione (tortion) ferrarese e, quando eravamo in procinto di ritornare a casa, ripassavamo dal panettiere ad acquistare dei grandi sacchetti marroni del pane, colmi di coppie ferraresi.
A casa non lo troveremo mai!
Dicevano sempre sia mia mamma che le altre zie, mentre io che non resistevo ad aspettare, cominciavo a mangiarlo in macchina, inebriata da quel profumo così buono.
Ero orgogliosa di conoscere quel pane così strano che i miei compagni di classe non avevano mai sentito nominare ed ero solita distribuirlo un po’ a tutti: ai vicini più simpatici, alla maestra, agli amici e ai parenti milanesi. Sembrava di portare a casa un trofeo o un prodotto esotico affascinante e ricercato.
Mangialo piano che soffochi!
Mi viene ancora adesso da ridere se penso alle volte in cui mia mamma me lo diceva. Eppure aveva ragione, essendo un pane di pasta dura, molto asciutto, bisogna mangiarlo a piccoli pezzi inumidendolo in bocca.
Due cenni storici
La ciopa o ciupeta ferrarese deve la sua esistenza all’attenzione dei duchi di Ferrara per la legislazione della panificazione. Secondo la leggenda, la prima ciupeta comparve sulla tavola del duca di Ferrara in occasione del Carnevale del 1536.
Esiste anche una terminologia specifica per chiamare questo pane:
- la mezza ciopa si chiama panett,
- i quattro cornetti si chiamano grustin,
- la parte con la mollica si chiama mulinot.
Questa ricetta in particolare
Come vedi dalle foto, in questa versione sono state fatte delle forme di pane più corte e più grandi rispetto alla forma molto lunga e sottile che si trova nelle panetterie ferraresi. Ho adattato la capienza del mio forno alle varie porzioni che volevo sfornare, ma non c’è una dimensione specifica da seguire. Anche nei negozi puoi trovare varie misure.
Ingredienti (con metodo diretto)
- 500 g di farina di grano tenero dipo zero, W200/240
- 25 g di strutto (sostituiti con olio evo)
- 20 g di lievito di birra
- 10 g di sale
- 240 g d’acqua
Impasto
- Impastare a mano o con l’impastatrice la farina con il lievito e l’acqua. Aggiungere il sale e per ultimo il grasso. Formare un impasto liscio e omogeneo.
- Dopo la lievitazione, tagliare quattro parti uguali e formare dei filoncini con le mani.
- Appiattire i filoncini con il mattarello.
- Arrotolare con le mani la striscia di pasta mentre si spinge con le dita contro l’impasto per fare in modo che la pasta si allunghi mentre si arrotola, creando la tipica forma.
- Sovrapporre i due lembi di pasta come indicato nella foto.
- Unire i due filoni arrotolati e lasciare lievitare per mezz’ora.
- Cuocere in forno a 220°C. Misurare la temperatura al cuore e sfornare quando questa raggiunge 93°C.