Passaggio a Firenze
Passaggio a Firenze
Firenze mi accoglie così, con un abbraccio a perdita d’occhio.
Sono passati ventiquattro anni dall’ultima volta che ho percorso le sue strade, misurando ogni mattone dei palazzi, ogni sanpietrino sotto i miei piedi, cercando di cogliere tutta la sua essenza e ubriacandomi di storia, tra un museo e una cattedrale.
Lei è sempre così: bella e possibile, fin troppo graffiata dai turisti o da chi le chiede qualcosa, ma irresistibile.
Giro intorno al suo duomo, da una parte all’altra; giro intorno al battistero, a tutte le ore e con tutte le luci del giorno e della sera, anche quelle delle illuminazioni natalizie. C’è sempre qualcosa di nuovo da notare e sul quale posare lo sguardo innamorato.
Sono giornate buie, nuvolose o di pioggia persistente che non sminuiscono minimamente il suo fascino. Dalla torre di Palazzo Vecchio cerco Santa Croce, uno dei miei luoghi del cuore: è lì che devo fermarmi adesso, in silenzio e in pura ammirazione.