Monte Bianco
Monte Bianco a pieni polmoni
Verrebbe da dire “bello da togliere il fiato” o una qualsivoglia frase che esprime la bellezza di un soggetto, ma in questo caso non sarebbe appropriato.
No, perché quassù il fiato non manca, malgrado l’altitudine e il dislivello che si raggiunge in breve. È come respirare per la prima volta, a pieni polmoni, come a voler catturare tutta l’aria che c’è.
Gli occhi si spalancano e non si stancano di cercare. Si posano su un dettaglio, ma subito cercano quello successivo. L’emozione, quella, è incontenibile.
Non riesco a trattenere questa felicità semplice, leale e senza compromessi mentre cerco tutte le cime delle quali ho letto le storie sui libri dei miei amati alpinisti.
Cresta del Peuterey
Ecco la cresta del Peuterey che parte dai casolari di Peuterey nella Val Veny e, con un dislivello di 3300 metri, raggiunge i 4810 metri della cima del Monte Bianco.
Superata l’Aiguille Noire, come si vede anche in questa mia foto, la cresta scende fino alle 5 guglie de Les Dames Anglaises, per poi risalire ancora all’Aiguille Blanche, ridiscendere al Col de Peuterey e giungere sul tetto d’Europa.
Aiguille du Midi
Come un miraggio, bella come il sole, appare anche l’Aiguille du Midi, sul versante francese.
Si tratta della guglia più alta delle Aiguilles de Chamonix, sul lato settentrionale del massiccio del Monte Bianco.
Non più meta dei soli alpinisti perché oltre alla funivia che parte dalla località turistica di Chamonix, c’è anche un collegamento funicolare dalla Punta Helbronner.
Il Dente del Gigante
Verso la dorsale orientale svetta il Dente del Gigante, l’inconfondibile vetta che nel 1880 Mummery e Burgener tentarono per la prima volta di scalare.
Ammirare queste vette è come leggere la storia dell’alpinismo e la storia stessa del nostro pianeta.
La culla del cielo
Uno sguardo verso il Cervino
In questo scatto, alla destra del Dente del Gigante, la Punta Helbronner saluta l’Aiguille de Rochefort, la Grandes Jorasses, il Grand Combin, il Monte Rosa e sua maestà il Cervino, più in lontananza.
I grandi giganti: più spogli di neve rispetto a un tempo, sofferenti come il resto della terra, ma pur sempre maestosi.
È tempo di scendere dalla Punta Helbronner
Vorrei rimanere ancora qui ad ammirare, pensare, respirare, immaginando quel che hanno provato i primi alpinisti quando arrivarono in vetta.
Rifugio Torino
Lascio una gran parte di cuore quassù e in cambio raccolgo un balsamo per l’anima, con la speranza che la cultura per la montagna e lo stile alpino siano sempre più d’esempio e facciano scuola alle generazioni attuali e future.
Cara Tiziana provo sinceramente un po’ di invidia, di quella buona e innocua però! Ti ringrazio tanto per averci mostrato le tue belle foto, spiegandoci i luoghi ed esprimendo le tue emozioni. Hai ragione, sono esperienze che ti porterai dietro per tutta la vita.
Un abbraccio
Ciao cara Maria Teresa, sono felice che tu sia salita su con me 🙂 attraverso questo post.
Immagino che nella tua Roma, unica e meravigliosa, queste emozioni si provino tutti i giorni ad ogni angolo 🙂
Un abbraccio anche da parte mia.