Una persona alla volta
Una persona alla volta, il libro di Gino Strada
Tra una passeggiata di montagna nella meravigliosa Val D’Aosta e un pane rustico, oggi sfoglio insieme a te qualche pagina di un altro bel libro.
Da Kabul a Hiroshima, una vita in missione
Passarono molti mesi prima che avessi il tempo di leggere i registri dei ricoveri ospedalieri e delle cartelle cliniche. Notai che pochissimi tra coloro che stavano ammassati nel pronto soccorso, colpiti da mine, proiettili o schegge di bombe e razzi, portavano un’arma o una divisa. Erano soprattutto cittadini normali, molte donne, moltissimi bambini.
Consigli di lettura e riflessioni sempre attuali
Il compianto autore non ha bisogno di presentazioni. Il libro, si legge d’un fiato.
I primi pensieri spontanei sono tutti rivolti a cercare di comprendere le difficoltà e l’incredibile dedizione di Gino Strada, nonché di coloro che l’hanno accompagnato nella sua straordinaria vita. Nonostante gli sforzi e un’attenta lettura, forse non ci si riesce nemmeno.
Questo libro non è un’autobiografia che, come scrive lo stesso autore, è un genere che non fa per lui, ma è un profondo reportage de
… le cose più importanti che ho capito guardando il mondo dopo tutti questi anni in giro.
Il 90% civili
La riflessione più importante che Gino Strada ci suggerisce di fare riguarda i civili: cosa c’entrano i civili con la guerra? Le guerre sono contro i civili, nonostante tutte le bugie che sentiamo e che si raccontano per approvare una guerra o tentare di comprendere da quale parte stare.
Ero sorpreso, confuso. Si combatteva a pochi chilometri dall’ospedale, potevamo sentire i boati delle esplosioni e le raffiche delle mitragliatrici. E lì, nell’ospedale dove da anni affluivano i feriti di guerra, neanche un ferito su dieci era un combattente. Incredibile.
Bisogna curare le vittime e rivendicare i diritti. Una persona alla volta.
Buona lettura.