Una vecchia macchina da scrivere

I miei genitori avevano una vecchia macchina da scrivere simile a quella nella foto d’apertura. Mio papà ne andava la fiero, la teneva nel suo atelier e spesso ne raccontava la storia. Risaliva al 1800 e l’aveva ereditata da mio nonno.

Per anni mia mamma, più attratta dalla modernità, ne è rimasta indifferente, mentre io ero concentrata ad inseguire il mio tempo e quegli strani rudimentali computer che apparvero durante la mia adolescenza: i Commodore 64.

Così, mentre mio papà cercava di farmi appassionare a quell’oggetto del passato, nonostante la sua crescente e nuova passione per i computer, passavano gli anni, entravamo in un’era completamente nuova e la macchina da scrivere veniva di tanto in tanto spostata, finendo in angoli sempre più nascosti dell’atelier o della soffitta.

Ricordo quando nei suoi ultimi anni mi raccomandava di metterla da parte, di portarla a casa mia, ma io non ero ancora pronta per aprire le porte della mia nuova vita a tutti quei ricordi e a quegli oggetti. Non so dove metterla, rispondevo sempre, ed era quel che pensavo veramente. Soltanto adesso riuscirei a spostare infiniti altri oggetti per farle posto, anzi, per metterla in bella mostra. Soltanto adesso sono pronta ad accatastare ricordi, incurante dello spazio che necessitano e di una pianificazione armoniosa degli ambienti domestici, ma ormai la macchina da scrivere non c’è più. Probabilmente è stata dismessa o presa da qualcuno durante la chiusura dell’atelier.

Sarà questa la sorte di alcuni oggetti o ricordi? Mi piace pensare che sia stata presa da qualcuno che la sa apprezzare e che, in un altro modo, stia continuando la sua vita altrove, nel tempo e nello spazio. Io non sono stata pronta ad accoglierla quando ne ho avuta la possibilità e, anche questo, fa parte della vita.

Scrivere una ricetta

Chissà se avrei mai scritto una ricetta pigiando duramente i polpastrelli su quei tasti rotondi! Oggi, nel pieno clima dell’Avvento, mi piace pensare di infilare un foglio colorato di verde o di rosso nel rullo e di scrivere gli auguri di Natale con questa bella ricetta.

Avete mai scritto a macchina? Io ho fatto in tempo a scrivere le mie prime tesine e i miei primi curriculum proprio con la macchina da scrivere, ma era già una signora Olivetti Lettera 35. Ricordo bene il rumore che faceva, ma altrettanto bene quanto fossi attenta a non fare errori. Non si poteva cancellare con tanta facilità come si fa adesso con il computer.

Focaccia dolce per l’Avvento

Tasti di ferro o tastiere wireless di plastica morbida, oggi scriviamo insieme la ricetta di questa focaccia dolce per l’Avvento. Un regalo? Un pensiero? Una merenda insieme durante l’attesa più bella dell’anno.

Ingredienti

• 500 g di farina di grano tenero per panettone o sfoglia
• 250 g di li.co.li. (vedi anche la sezione sul blog dedicata ai lieviti)
• 300 g di panna liquida
• 120 g di uova intere
• 6 g di sale fine
• 180 g di zucchero semolato
• 180 g di burro sciolto a 40°C
• 25 g di miele d’acacia
• 10 g d’acqua da aggiungere verso la fine dell’impasto
• Arachidi ricoperti di cioccolato (quanto basta per decorare la focaccia come nelle foto)
• 1 tuorlo + 1 pizzico di sale fino + un goccio di latte o panna per dorare la focaccia prima della cottura.

L’artigianalità

Non sottovalutate mai l’aspetto artigianale, innanzitutto per quanto riguarda ingredienti e procedimenti e in secondo luogo per l’aspetto finale del dolce, il quale deve essere un prodotto con i suoi apparenti difetti di forma. La massa lievita e poi si riduce del 10% durante la cottura, prendendo la sua personalissima forma, sempre diversa.

Preparazione

1. Impastare la farina con il lievito madre liquido, 150 g di panna e metà uova. Lavorare in prima velocità montando il gancio della planetaria.
2. Appena la massa comincia ad aver bisogno di altri liquidi, aggiungere la restante panna e le restanti uova. Continuare ad impastare per circa 5 minuti e poi aggiungere il sale.
3. Da questo momento in poi, aggiungere il miele e poi lo zucchero e il burro sciolto alternandoli in piccole quantità. Mano a mano che la massa incorpora gli ingredienti, versarne altre piccole quantità. Il lavoro dovrebbe durare una decina di minuti, in prima e seconda velocità.
4. Durante gli ultimi minuti, versare la piccola dose di acqua.
5. Rovesciare l’impasto sul piano di lavoro e lasciarlo riposare per 30 minuti. Riformare una pagnotta rotonda con le mani, attendere altri 30 minuti e ripetere la forma.
6. Spezzare in tante parti a seconda degli stampi che si hanno a disposizione. Si può fare un’unica grande focaccia in teglia oppure tante piccole porzioni. Io ho preferito fare delle porzioni rotonde da circa 200 g, da far lievitare e poi cuocere direttamente in appositi pirottini di carta rotondi, adatti alle focacce monoporzioni. Se decidete di fare come ho fatto io, formate delle piccole pagnotte rotonde da 200/300 g l’una, posizionatele al centro dello stampino e copritele con la pellicola per alimenti. Lieviteranno fino al raddoppio del volume iniziale (alla temperatura ideale di 26/28°C) e poi saranno pronte per la cottura.
7. Dorare con l’emulsione tuorlo-sale-latte, aggiungere gli arachidi al cioccolato e cuocere a 180°C. La focaccia è cotta quando risulta ben dorata e ha una temperatura al cuore di 93°C.

Arachidi al cioccolato

Me ne sono innamorata preparando la Delizia al Pistacchio e così ho deciso di usarli anche per questa focaccia.

Si trovano comunemente in commercio e donano un piacevole contrasto dolce-salato.