Le gallette delle sopravvivenza
Gallette
Le gallette della sopravvivenza
Nei registri che riguardano il grande viaggio di Cristoforo Colombo si trovano elencati, in una posizione di rilievo, il vino, il bizcocho, l’acqua potabile e la legna. Anche in una lettera scritta da Colombo ai signori di Castiglia si fa menzione proprio del biscotto.
Quando si dice bizcocho si fa riferimento alla galletta ovvero un pane biscottato, cotto due volte al fine di perdere tutta l’idratazione e durare più a lungo nel tempo.
Abbiamo visto qualcosa di molto simile nell’articolo riguardante il pane di Creta, ma ci sono tanti altri esempi distribuiti tra le varie culture e popolazioni del mondo. Anche le friselle ne sono un esempio e venivano preparare in antichità per i pastori, i quali trascorrevano lunghi periodi lontani da casa e necessitavano di scorte di cibo poco deperibile.
Sebbene in molti pensassero che il pane del marinaio fosse chiamato galletta per la sua forma, che richiama una galea (nave militare), la parola gal ha invece un’origine celtica. È giunta fino alle rive del Mediterraneo attraverso la lingua provenzale, con il diminutivo galet che significa ciotolo o pietra; forse a significare che le gallette mangiate dai marinai erano dure come pietre? Che erano grandi e simili a dei ciotoli? Molto probabile.
La brama del pane
Allo sbarco presso San Salador, l’ammiraglio Colombo incontrò gli indigeni che, scrisse, lo raggiunsero verso la caravella Santa Maria remando con <<pale da forno per il pane>>. Colombo paragonò i loro remi a delle pale da forno, forse a testimoniare proprio la brama per il pane. Quel desiderio a lungo soffocato.
Colombo notò anche che gli indigeni preparavano dei <<panini un po’ più grandi di un pugno>> con chissà quali ingredienti.
Dalle gallette antiche alle galettes francesi
Abbiamo fatto un tuffo nel passato ripassando un po’ di storia, che non fa mai male e che ci aiuta a comprendere meglio le ricette di ieri e di oggi.
Nel prossimo articolo faremo insieme un’altra galette: la Galette des Rois. Elegante, dolce e dedicata ai Re Magi. Tutta un’altra storia, altre necessità. Un vero e proprio esercizio di precisione e di raffinatezza, un fiore all’occhiello della cucina francese.
Ti aspetto sul prossimo post. A presto.